Fasi del Palazzo Mango

 

  • Epoca punica e romana: nel luogo dove sorge adesso il palazzo vi sono costruzioni aventi il medesimo attuale allineamento, e che affacciano  su di una strada  che è al di sotto dell’attuale Via delle Scuole.
  • Epoca medievale: in questo luogo vi sono diverse case con giardini interni. Ad epoca ancora imprecisata risalgono le poderose mura perimetrali del Palazzo e ad epoca normanna potrebbe appartenere la cortina a piccoli conci del primo piano ad angolo col Corso Vittorio Emanuele, sovrastante i grossi blocchi di base.
  • 1514-1536: Antonello Gagini si trasferisce da Messina a Palermo, e si stabilisce nella Ruga o Vanella di Messer Gambino dove acquista varie case: in questa  nostra ad angolo col Cassaro, la sua “Magna Domus”, abita sin dal 1514 e muore nell’aprile 1536 come risulta dal suo testamento . il 4 novembre 1417 prende in enfiteusi dalla Nobile Eufemia moglie di Berardo da Requesenz una casa al Cassaro (atto Notar Pietro Tagliante). Scolpisce per la nobile Eufemia un monumento funebre in marmo con la figura di lei in ginocchio davanti a Santa Margherita, andato disperso. I di lui figli e nipoti abitano tutti nella stessa via, Fazzio sta nella casa di fronte.
  • 1570 circa: i Mastiani acquistano due o più case adiacenti e le unificano, costituendo un unico piano nobile, probabilmente in coincidenza dei grandi lavori di rettifica del Cassaro, essendo Presidente del Regno Don Carlo Aragona e Tagliavia antenato degli attuali proprietari,  e dando origine all’attuale Palazzo nelle forme oggi visibili. Furono probabilmente rifatte la facciata sul Cassaro e su Via delle Scuole, e il piano nobile fu messo a livello. Paolo Mastiani fu Governatore della Tavola e del Monte di Pietà in vari anni dal 1562 al  1572.
  • 1600 circa: il Palazzo viene acquistato da Don Antonio Traina  sposato con Donna Antonia Drago e per eredità passa alla figlia Donna Rosalia, Baronessa di Falconeri e Torretta, nata nel 1625. Rosalia sposa Don Giulio Tomasi, vive a Palma di Montechiaro e, tra gli altri beni, gli porta in dote il Palazzo;
  • nel 1657 Don Carlo Tomasi fratello di Don Giulio e cognato di Donna Rosalia Traina, nei suoi “Collibeti Teologici” dedicati a Don Pietro Martinez Rubio Arcivescovo di Palermo, lo esorta a ricercare nel sito di questo Palazzo il corpo di Santa Oliva, protettrice della città di Palermo, che secondo una tradizione qui abitava.
  • I Tomasi vendono il palazzo ai Tagliavia Pignatelli Aragona (antenati degli attuali Proprietari) che danno il Palazzo a censo  alle suore dell’adiacente Monastero dei Sett’Angeli. Viene aperta almeno una stretta porta di comunicazione tra le due costruzioni al piano nobile, nell’angolo interno dell’attuale sala da pranzo, ritrovata murata durante recenti lavori di ristrutturazione dell’edificio scolastico “Vittorio Emanuele II” (2014).
  • nel Palermo d’oggigiorno il Villabianca riporta che nel 1788 “il Marchese Antonino Mango di Casalgerardo tiene casa nel corso dell’alto Cassaro Siralcaldi, collaterale di mura alla Badia delli Pignatelli”  (il Monastero dei Sett’Angeli).
  • 1883: Il Di Marzo precisa in nota che ai suoi tempi il Palazzo appartiene al Barone Nicolò Mulé, figlio di Giovanni e Chiara Caminneci, che l’8 febbraio 1868  aveva sposato Marianna San Martino Duchessa di Montalbo, figlia di Stefano San Martino e Montalbo. Questi ebbero una sola figlia, Chiarina, in Alù. L’appartamento del piano nobile si estendeva anche nell’adiacente palazzo su Corso Vittorio Emanuele.
  • Per via ereditaria, il Palazzo è passato poi alla famiglia Li Bassi, i cui vari esponenti e discendenti nel corso del XX secolo, in varie riprese hanno parcellizzato e alienato l’intera proprietà a diversi acquirenti.
  • a partire dal 1992 i Baroni Gaetano e Virginia  Martinez Tagliavia di S.Giacomo hanno ricostituito il nucleo storico del Palazzo, acquisendo da vari proprietari sia il piano nobile, che gran parte dei terranei e alcuni altri appartamenti.
  • 2004 -2012: I Martinez Tagliavia restaurano il piano nobile del Palazzo nelle strutture e nei decori. Vengono restaurati lo scalone e le parti comuni interne.