Fatta della Fratta

Stemma Fatta della Fratta La famiglia è ricordata nella Descriptio feudorum sub rege Federico, compilata intorno al 1296 dove è registrato Bertucius de Fratta pro feudo Fratte. I discendenti ricoprirono cariche pubbliche e tra di essi si ricorda  Jacobus iscritto nell‘Imperatorum Adohamentum sub Rege Lodovico del 1343 per gli obblighi militari connessi al possesso del feudo.

Guglielmo de Fatta, marito di Isabella, nato verso il 1550, ebbe una conferma di nobiltà sua e dei progenitori con patente del Re Filippo di Spagna il 9 ottobre 1583; con Privilegio Reale del 1584 (Filippo II) è nominato Vicario Generale del Regno per l’approvvigionamento generale, poi è Cavaliere del Cingolo e Regio Milite con Privilegio del 22 dicembre 1600; il figlio Domenico, che sposò Antonia Passafiume, fu Visitatore Regio dei Castelli del Val di Mazara con Privilegio del 10 febbraio 1604; suo figlio Francesco, nacque il 18 febbraio 1653, sposato con Elena Comella, ebbe quatto figli: Domenico, Diana, Geronimo e Guglielmo;  Domenico, nato a Caltavuturo, in quanto Barone del Feudo della Fratta fu ascritto al Patriziato Palermitano il 25 agosto 1684. Sposò Faustina Lo Forte, da Cefalù nel 1671, e nel suo testamento del 21 agosto 1690 chiamò eredi tutti i suoi sei figli. I suoi figli furono: Guglielmo, nato nel 1670 non ebbe figli; Rosa, nata verso il 1677; Anna, nata verso il 1681 -senza discendenza- Francesco nato nel 1683 non ebbe figli, Girolamo nato verso il 1684; Giuseppe, nato nel 1689.

Da Domenico Fatta Barone della Fratta ebbero origine gli attuali due lignaggi della famiglia Fatta:

Stemma Fatta della Fratta1.Dal figlio Girolamo Fatta e Lo Forte che sposa Epifania Oddo di Polizzi, ha origine la famiglia Fatta Del Bosco: il  suo bisnipote Girolamo Fatta e Li Destri barone di Garbonogara sposa l’8 giugno 1844 Ignazia Del Bosco e Martinez (figlia di Giuseppe Del Bosco e Branciforte e D. Teresa Martinez), ereditiera dei titoli di Principessa di Belvedere, Marchesa di Alimena e Signora di Pellizzara (vedi oltre).

2. Attraverso suo figlio Giuseppe Fatta e Lo Forte (1689-1738) che nel 1717 sposa Anna Bonomo dei marchesi di Castania, prosegue la famiglia dei Fatta della Fratta. Ebbe figli: Girolamo nato nel 1717, Domenico nato nel 1722, Antonia (monaca) nata nel 1724, Francesco, nato nel 1726.

Girolamo Fatta e Bonomo, nato a Caltavuturo il 16 maggio 1717, nel 1749 sposa a Tusa (Messina) Maria Teresa della Torre figlia di Orazio Torre Principe della Torre e Barone di Tusa. Quest’ultimo fu Cavaliere dell’Alcantara, Preside nel 1671 del Magistrato Straordinario di Milano e Presidente in Sicilia della R. Gran Corte civile e del Tribunale del Concistoro. Ebbe figli: Luigi, nato nel 1757; Orazio nato nel 1759, Giuseppe nato nel 1762 che fu prete ed abate dell’Abbazia benedettina di S. Maria del Pedale a Collesano, Francesco nato nel 1770 fu Sopraintendente Generale di strade e foreste di Sicilia, morto nel 1841, Eucaristica nata verso il 1764 – nel secolo Anna –  moniale benedettina, Faustina nata verso il 1766 fu moniale benedettina, Isabella nata il 1773 fu moniale benedettina, Dorotea nata verso il 1775 che sposò il Conte del Tindaro Mariano Rampolla nel 1789.  Girolamo nominò per testamento come eredi universali i due figli Orazio e Francesco. Questi, morto senza eredi nel 1841, istituì eredi per testamento due dei figli del fratello Orazio a nome Girolamo e Giovanni.

Orazio Calcedonio Fatta e Torre (1759-1814), Giurato e Capitano di Giustizia di Polizzi, sposò nel 1795 Caterina Barrile figlia di Giovanni Barone di Turolifi e di Maristella Franciamore; ebbero diversi figli, Giovanni, Girolamo, Francesco , Maria Teresa, Maria Stella e Angela. Girolamo Fatta e Barrile sposò Angela Leto ed ebbero un solo figlio, Orazio Fatta e Leto che rinunziò al suo titolo e ai suoi privilegi a favore del cugino Orazio. Francesco Fatta Barrile, morto senza discendenti nel 1860, istituì come suo erede universale il figlio primogenito del fratello Giovanni, Orazio.

 Cardinale Mariano Rampolla del Tindaro (Laszlo)Giovanni Fatta e Barrile di Turolifi, nato il 26 aprile 1798, il 7 gennaio 1823 sposò Adriana Rampolla dei Conti del Tindaro, di Polizzi Generosa. Questa era cugina prima di Ignazio Rampolla e Fatta padre del Cardinale Mariano Rampolla del Tindaro prelato di grande preparazione e carattere,  che non fu eletto Papa nel 1903 per l’opposizione austro-ungarica; da allora in poi nelle elezioni papali fu abolito il diritto di veto.

Orazio (a d.) e Corrado Fatta RampollaEssi ebbero 4 figli: Orazio, Caterina, nubile, nata 1826 e morta nel 1908, Maria Angela nata nel 1827 (che l’11 dic. 1848 sposò Croce Inguaggiato di Giovanni e Filippa Gargotta, domiciliati a Termini Imerese, da cui Giovannino che sposò Concettina Spedalotto e Laura, che sposò Giuseppe Fatta e Li Destri, da cui Girolamo, vedi Fatta del Bosco) e Corrado nato nel 1831. Da Orazio e Corrado discendono  gli attuali due rami dei Fatta della Fratta.  Il titolo di Barone della Fratta fu confermato nel 1873 ad Orazio Fatta e Rampolla del Tindaro.

Il Barone della Fratta Orazio Fatta e Rampolla del Tindaro

(1823-1898)  sposò il 10 settembre 1862 Sestina Pojero e Ribaudi.

Questa era la sesta figlia di Michele Pojero, facoltoso e geniale imprenditore nonché personaggio sui generis, amico e socio dei Florio, armatore, imprenditore illuminato,  Senatore di Palermo nel 1849. Dinamico e intelligente, risiedeva in un palazzo in Via Butera la cui ristrutturazione aveva affidato a Carlo Giachery, suo collaboratore in diverse occasioni; fu amante delle arti e collezionista di dipinti antichi: era famosa la “Collezione Pojero” che fu poi dispersa tra gli eredi ma di cui rimangono ancora in famiglia vari pezzi. Ebbe numerosissima e spesso illustre progenie:  inviò il figlio Michele junior a studiare negli Stati Uniti dove rimase otto anni e, ritornato, in seguito  partecipò all’impresa di Garibaldi e alla conquista di Palermo; Michele junior fu poi anche tra i fondatori del club Palermo Calcio cui suggerì i colori rosa-nero della maglia. Michele Senior fu nonno del Sindaco di Palermo  e Senatore d’Italia Michele Amato Pojero  nonchè del filosofo e fondatore della Biblioteca Filosofica di PalermoGiuseppe Amato Pojero e del botanico Michele Lojacono Pojero, parente quest’ultimo del grande pittore Francesco Lojacono.

Fratelli Fatta Pojero; la più piccola a d. è Virginia

Orazio e Sistina Fatta della Fratta  ebbero 10 figli: Adriana, nata il 24 giugno 1863, sposa Paolo Briuccia; Adele nata il 5 luglio1865 sposa Giuseppe Morello; Sofia nata il 2 aprile 1867, sposò Pietro Gaetani Conte della Bastiglia; Angelina nata 3 dicembre 1870, sposò Francesco De Michele, Barone di San Giuseppe e Villaurea; Giovanni e Virginia morti bambini; Giovanni – detto John- sposa Elisabeth (Bessie) Amory de Blois (senza figli). Questi  fu confinato a Castellana Sicula durante il fascismo perché sospettato di spionaggio e intesa col nemico  per via della moglie americana e delle amicizie con stranieri in particolare i consoli francese, inglese e americano; muore a Firenze per i patimenti e le privazioni sofferte durante la guerra. Maria Ignazia sposa Michele Spadafora, Principe e Duca di Spadafora, poi Podestà di Palermo; Michele sposa Aurora Majorca di Francavilla; la figlia ultimogenita Virginia, nata il 19 maggio 1883, sposa il cugino Giovanni  Fatta della Fratta e Caminneci.

Gruppo Fatta-Morello, autunno 1894. cortesia di G.FallicaDidascalia Gruppo Fatta-Morello, autunno 1894

Michele Fatta e Pojero, Barone della Fratta

Il Barone della Fratta  Michele Fatta e Pojero (1881-1974), sposò Aurora Majorca di Francavilla.

Essi ebbero 3 figli: Orazio ingegnere; Sistina, valente pittrice, in Di Girolamo; e Carmelina, in Roccella.

Il Barone Michele Fatta , filosofo laureato all’università di Friburgo, religiosissimo, fu un uomo noto per la sua bontà e l’amore verso il prossimo che lo spinse a dedicare tutta la sua vita ai bisognosi e sofferenti, collaborando in special modo con la Società di San Vincenzo de Paoli. Valente pianista, organizzava a casa sua nel piano nobile di Palazzo Fatta, delle famose “matinées” di beneficenza, cui partecipava tutta la sua numerosa famiglia, ove eseguiva concerti al piano per finanziare le sue opere di bene.

Il figlio Orazio (1915-1996), Barone della Fratta, ingegnere, sposò Virginia Arcuri, a sua volta discendente da Michele Pojero, ed ebbero 6 figli dei quali Giovanni è l’attuale Barone della Fratta.

Corrado Fatta Rampolla coi figli Giovanni (a d.) e SalvatoreIl secondo ramo Fatta della Fratta deriva da Corrado Fatta Rampolla (1831-1916), figlio di Giovanni Fatta e Barrile e fratello minore del già ricordato Orazio, che il 17 ottobre 1869 sposò Carmela Caminneci di Salvatore Caminneci e Bagnasco. Essi abitavano al secondo piano di Palazzo Fatta a Piazza Marina; ebbero 3 figli: Giovanni, Salvatore (Totò) celibe  e Carmela che si sposò con Francesco Guccia, Marchese di Ganzaria (senza figli, religiosissima, lasciò la sua eredità ai Salesiani di Don Orione per il Villaggio del Fanciullo a Palermo ).

Giovanni (1875-1939), agricoltore, il 25 aprile 1900 sposò la cugina Virginia Fatta e Pojero (1883-1969). Si occupò per tutta la vita delle proprietà agricole insieme al fratello Salvatore ; si dilettava di ebanisteria e di fotografia, ritraendo spesso la sua numerosa famiglia.

Essi ebbero tre figli: Corrado, Orazio e Caterina. Caterina sposò il Conte Francesco  Maurigi, Marchese di Castelmaurigi. Corrado Fatta della Fratta (1903-1979), dottore in Sc.Politiche, Cav.di Ubbidienza On. e Dev. del S.M.O. di Malta, Cav. di Giustizia del S.M.O. Costantiniano di S.Giorgio, Comm. Ordine dei SS.Maurizio e Lazzaro, etc., celibe, fu illustre storico e filosofo (vedi).

Nozze Orazio e Maria Francesca FattaOrazio (1905-1979), Dottore in Scienze Politiche, Cav. di On. e Dev. del S.M.O. di Malta,  sposò a Palazzo de Gregorio Donna Maria Francesca de Gregorio di Camillo Principe di S.Teodoro e di Giovanna San Martino dei Principi del Pardo. Ebbero come figli: Virginia, sposata con il Barone Gaetano Martinez Tagliavia dei Marchesi di S.Giacomo e Giovanni Corrado sposato con la nob. Fabiola Carrelli Palombi dei Marchesi di Montrone.

Orazio Fatta e Fatta fu un appassionato e curioso agricoltore, sperimentando sin da giovane insieme al padre e al fratello nuove varietà di frumento e la coltivazione di altre specie come sorgo e mais nelle campagne delle Madonie, promuovendo poi attivamente associazioni di agricoltori (Sicilseme). Introdusse  nuove coltivazioni di nespolo in zona di Trabia, nella proprietà di Donegarci, impiantando ivi anche agrumeti in collegamento col cugino Settimo Morello Fatta dell’azienda dirimpettaia Sant’Onofrio. Insieme alla moglie M.Francesca, appassionata di apicoltura, impiantò un apiario  a San Giorgio che seguivano entrambi personalmente, arrivando ad avere oltre 100 arnie.

Virginia e Gian Corrado Fatta della FrattaAmante della musica lirica, fu assiduo frequentatore delle opere al Teatro Massimo, che seguiva dalla Barcaccia del circolo Bellini: conosceva a memoria diverse opere. Sportivo, amava lo sci e il nuoto e la caccia, ma fu specialmente appassionato di tiro: era un fedele frequentatore domenicale del Campo Tasca di Tiro a Volo all’Addaura (nel sito dell’attuale Circolo Telimar) e partecipava con successo alle gare e tornei di tiro al piccione in Italia e all’estero. Aveva grande manualità e amava impegnarsi personalmente; diede esempio ai figli e ai collaboratori di passione e applicazione nell’eseguire bene i suoi lavori; in particolare gli piaceva occuparsi di restauro di mobili. Apprezzava la buona cucina e si cimentava spesso nella preparazione di ricette familiari e tradizionali, che amava condividere con i parenti e con gli amici del Circolo Bellini.

Palazzo Fatta della Fratta a Piazza Marina, PalermoPortone, antico Palazzo FattaLa famiglia Fatta della Fratta, il cui primo feudo fu in territorio di Sciacca, si trasferì a Palermo nel ‘500 e nelle Madonie dove ebbe dimora a Caltavuturo e Polizzi Generosa; a Palermo ebbe dimora nel Palazzo di Via del Bosco e successivamente a Palazzo Fatta, ancora adesso appartenente al ramo primogenito della famiglia e ai suoi collaterali. Il Palazzo, in stile neoclassico, si erge maestoso sulla piazza Marina e la domina con il suo volume massiccio ingentilito dal loggiato dalle arcate,  sorreggenti una larga terrazza che affaccia sulla spaziosa piazza dominata dal verde del giardino Garibaldi. Gli interni del Piano Nobile  furono decorati da Antonino Manno e sono di notevole fattura; tra di essi spicca la Galleria dalla grande volta affrescata e dai grandi lampadari di Murano.
Il piano nobile del Palazzo ospita attualmente un’associazione culturale.

Testi di Virginia Fatta Martinez Tagliavia

Colazione in campagna della famiglia Fatta 1910 circa; a d.Virginia seduta e Giovanni, autore della foto